Descrizione del dipinto

Il dipinto, la cui composizione racconta i tratti più significativi del carisma del Beato Alfonso Maria Fusco, è ricco di contenuto biblico pastorale.

La figura del Beato si eleva serena dalla terra al cielo quasi per unire in un unico movimento il mondo terreno, verso il quale è in atteggiamento di protezione e di abbraccio, con quello celeste dove adesso vive.
“Dal cielo non vi dimenticherò, pregherò sempre per voi”assicurava.

“Vorrei che anche la mia ombra potesse far del bene” soleva ripetere. Dal Cielo Egli continua a vegliare, a prendersi cura dell’umanità sofferente.

Il suo volto, centro di gravità del quadro, ha l’espressione serena e cordiale di un padre presso cui rifugiarsi nei momenti difficili per trovare luce e conforto. Intorno al volto le nuvole infuocate dal sole si aprono, lasciando il posto allí’azzurro quasi per formare una naturale aureola.
La mano destra benedice e nello stesso tempo addita con l’indice il Crocifisso, che sovrasta la Collegiata di San Giovanni Battista di Angri. Rievoca il gesto e le parole di San Giovanni : “Ecco l’agnello di Dio,
Colui che toglie il peccato del mondo.” Esprime anche la profonda umiltà del Beato, che diceva spesso: “Nulla si deve a me, tutto si deve a Dio. Io sono un servo inutile”.
La mano sinistra chiude il semicerchio delle braccia con cui il Beato circonda e protegge le figure che in primo piano ne esprimono la missione; le due dita della stessa mano rimandano con decisione a ciò che Egli viveva e raccomandava: “Nel nostro cuore deve ardere perennemente la fiamma dell’amore di Dio e del prossimo. Da questa fiamma devono partire due correnti infuocate: una per salire verso Dio, 1’‘altra per scendere al più piccolo dei nostri fratelli.”
In primo piano una giovane Suora mostra, scritte su di un cartiglio, le parole “ Parate viam Domini”. La frase, con la quale la religiosa si identifica come appartenente alla Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista, costituisce la chiave di lettura dell’intero quadro. Il foglio di carta, delimitato da una linea rossa che esprime amore e sacrificio, riproducendo nelle proporzioni il formato in scala di tutto il dipinto, dice in metafora come la vita e l’attività apostolica del Beato siano un effetto naturale di quelle parole, che per le Suore si fanno ancora oggi realtà di vita evangelica.

Al centro, in basso un bambino di colore occupa uno spazio privilegiato dello schema compositivo; il suo viso è in direzione verticale con quello del Beato, quasi per esprimerne l’anima. E’ un chiaro riferimento alla centralità che il tema dell’infanzia ha avuto nello spirito e nella missione del Sacerdote Alfonso Maria Fusco. Diminuire, farsi piccoli davanti al Signore Gesù perchè Lui cresca nei cuori e sia per tutti la Via che conduce al Padre. E’ “l’occorre che Egli cresca e che io diminuisca”del Battista.
Il bimbo ha in mano il pane spezzato e guarda verso una ragazzina in preghiera, il cui volto è attratto dalla luce del soprannaturale e la riflette. Ella si contrappone prospetticamente a una ragazza sullo sfondo che ne è la proiezione cronologica. Educazione della gioventù, promozione umana e evangelizzazione aperte a tutti i popoli : questa la missione del Beato e della Congregazione da lui fondata.
In basso, accanto alla Suora, l’uva e le spighe, simboli dell’Eucarestia, di cui si nutre il carisma. Solo Gesù Eucaristico rende possibile il totale dono di sé nella missione, la cui fecondità è espressa dai tre succosi mandarini della terra di Angri.Il dipinto vuole essere un’icona, il cui fine ultimo è nutrire il cuore di quanti nella preghiera trovano l’espressione autentica del vivere cristiano.