Omelia Sodano

UN APOSTOLO DEI TEMPI MODERNI
Omelia di S. Em. il Cardinale Angelo Sodano
Segretario di Stato
nella Santa Messa in ringraziamento per la Beatificazione
di
Don ALFONSO MARIA FUSCO

Roma, Basilica di San Pietro, Lunedì, 8 ottobre 2001

1. “Te Deum laudamus…“.

E’ questo l’inno della Chiesa per esprimere gratitudine al Signore per le grandi opere del suo amore. E’ questo l’inno che oggi vogliamo elevare anche noi per la glorificazione del Beato Alfonso Maria Fusco.

La gratitudine è prima di tutto della Congregazione da lui fondata, le Suore di San Giovanni Battista, con le quali siamo felici di condividere questi momenti di grazia e di profonda emozione. Ma è pure la riconoscenza di tante persone che dalle Battistine sono state educate ed assistite.

E’ anche un rendimento di grazie mio personale, perché qui a Roma come in Cile ho avuto modo di conoscere e apprezzare il bene realizzato da queste care Religiose. Attraverso di loro ho avvicinato la grande figura del loro Fondatore e ho potuto ammirarne l’elevata spiritualità.

Con questi sentimenti di fervida riconoscenza a Dio, sono particolarmente lieto di celebrare per voi e con voi l’Eucarestia, carissime Suore Battistine, e di partecipare così, nel modo più alto, alla vostra gioia. Quante volte, nella preghiera, avete preparato questo giorno, in cui poter venerare come Beato il vostro amato Fondatore! Quando Dio ha voluto, è giunto il momento tanto atteso. Lasciamo, dunque, che sia la sua Parola a illuminare il nostro atto di fede.

2. Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste”(Fil4,6).

Questa esortazione dell’apostolo Paolo, rivolta ai Filippesi e ascoltata nella prima Lettura, ci presenta un tratto caratteristico della spiritualità del Beato Alfonso Maria Fusco: la fede nella divina Provvidenza. E’ un dono che Dio concede in misura straordinaria ai suoi Santi, e specialmente ai Fondatori di nuove Famiglie religiose. Come don Bosco, suo contemporaneo, anche don Alfonso vedeva tante necessità per l’educazione dei bambini e dei giovani, vittime del travaglio politico-sociale del suo tempo. Anche lui, come don Bosco, non si scoraggiò di fronte ai problemi che sembravano più grandi di lui, ma seppe sempre cercare e trovare in Dio la forza di andare avanti nella missione affidatagli.

Non per nulla egli chiamò “Piccola Casa della Provvidenza” quella modesta abitazione in cui iniziò la sua opera, insieme con le quattro giovani collaboratrici, che diventeranno il primo nucleo della sua Congregazione. Ad esse don Alfonso insegnò sempre ad avere fiducia nella Provvidenza, senza lasciarsi mai sopraffare dalle difficoltà.

3. “Quando si ama veramente il Signore, si supera ogni difficoltà”, soleva dire il Beato, e ne dava prova con la sua capacità di affrontare con animo sereno anche le contrarietà e le prove. “Rallegratevi nel Signore sempre” (Fil 4,4), scriveva l’Apostolo ai cristiani di Filippi. Don Alfonso esercitò se stesso nel vivere questa parola, al punto da saperla trasmettere in modo efficace agli altri: anzitutto ai giovani, oggetto delle sue cure paterne, ed alle Suore, cooperatrici nella realizzazione del suo “sogno”. A tutti era nota la sua affabilità, con la quale li aiutava a credere e sentire che veramente “il Signore è vicino” (cfr Fil 4,5).

Con questo suo stile evangelico, egli riusciva, per così dire, a “contagiare” nel bene i ragazzi più svantaggiati, in modo che nei loro pensieri e nelle loro azioni prevalesse gradualmente “tutto ciò che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode” (Fil 4,8) – per usare le parole di san Paolo ora ascoltate. E la grazia ha concesso anche al Beato Alfonso Maria di poter offrire, in tutta umiltà, la propria condotta come esempio da imitare (cfr Fil 4,9).

4. Un secondo tratto fondamentale della sua testimonianza è la semplicità di una vita umile e nascosta. Egli ha messo in pratica la parola di Gesù nel Vangelo: “Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 18,3).

Qui affonda le radici il suo fecondo e fruttuoso apostolato tra i giovani: don Alfonso sapeva comunicare efficacemente con i bambini e con gli adolescenti, perché il suo animo era veramente vicino ad essi. Un conto, infatti, è “fare” pastorale giovanile, un conto è stare in mezzo ai giovani con il cuore di Cristo. Fin da ragazzo, Alfonso era stato capace di condivisione con i suoi coetanei: di gioire con loro e di piangere con loro (cfr Rm 12,15). Egli infatti si dimostrò sempre straordinariamente sensibile, capace di viva compassione di fronte alla sofferenza ed alla miseria.

Si può riconoscere in questo l’anima del suo carisma, che appare come una felice mescolanza tra quello di sa Vincenzo dé paoli e quello di san Giovanni Bosco: amore ai poveri e ai giovani. Non per nulla, a sei anni dall’Ordinazione sacerdotale, don Fusco entrò a far parte della Congregazione dei Sacerdoti Missionari Nocerini di San Vincenzo.

La sua elevata e robusta statura spirituale e morale non ha mai intaccato l’umiltà del suo cuore, nelle cui profondità egli custodì sempre quell’infanzia spirituale che è il lascia-passare per il Regno dei cieli.

5. Viene da osservare che il Beato Alfonso Maria Fusco ha riprodotto e come dilatato, nella sua opera apostolica, il gesto di Gesù nel Vangelo: “Chiamò a sé un bambino e lo pose in mezzo a loro” (Mt 18,2). Mettere al centro i “piccoli”: è questo un gesto che la Chiesa, infedeltà a Cristo, non ha mai cessato di compiere lungo i secoli, specialmente nelle situazioni in cui i bambini si trovano a subire le conseguenze di profondi squilibri sociali, economici e culturali.

La nostra epoca, al riguardo, presenta stridenti contrasti: i minori, infatti, godono da una parte di più sicure garanzie per la tutela della salute e per lo sviluppo della loro istruzione, ma in buona parte del mondo non è ancora così e, comunque, anche nell’area del benessere essi sono purtroppo esposti a gravi pericoli in campo educativo e morale. “I fanciulli, per mezzo dell’educazione religiosa, crescendo virtuosi, promuoveranno la pace”. Come suonano attuali queste parole! I fanciulli promuoveranno la pace. E’ così: la pace è nelle mani delle nuove generazioni, purchè l’ideale di libertà che ad essi proponiamo non sia quello di fare e quello che vogliono, bensì quello di scegliere responsabilmente il bene, anche quando costa.

6. Ma i “piccoli” non sono soltanto i bambini. Sono tutti coloro che, per diversi motivi, si trovano in condizioni di debolezza, di bisogno, di emarginazione. Ad essi la Chiesa, prolungando la missione di Cristo, non cessa di rivolgere il suo amore preferenziale.

Le Suore Battistine hanno ereditato dal loro Beato Fondatore un amore inesauribile per questi “piccoli”, che riconoscono e servono prima di tutto tra i giovani, ma sapendo raggiungere anche le persone anziane, ammalate, portatrici di varie disabilità, come pure affette da lebbra o AIDS, donne sfruttate, carcerate o in altre difficoltà.

In tutte queste situazioni, dove è in gioco la dignità umana e dunque l’onore stesso di Dio, le figlie del Beato Alfonso Maria Fusco attualizzano il suo messaggio, che si potrebbe riassumere così: continuare con grande amore a lavorare per l’educazione della gioventù e per l’assistenza a chi soffre.

Il Fondatore ebbe la gioia di vedere la sua opera svilupparsi in Italia e germogliare anche negli Stati Uniti d’America. Oggi essa è presente i sedici Paesi di quattro Continenti, prevalentemente in Italia, Stati Uniti, Brasile, Zambia e India. Ovunque, voi Suore Battistine portate avanti la stessa missione che fu di Giovanni Battista: “parare viam Domini”, “preparare la via del Signore”. E’ il sogno di don Alfonso Maria Fusco che diventa realtà e cammina nella storia. E’ il medesimo suo slancio di carità, che egli esprimeva con queste parole: “Vorrei che anche la mia ombra potesse fare del bene”.

Carissime Religiose, cari Fratelli e Sorelle, quest’opera, oggi come ieri, è nelle mani del Signore. Mentre a Lui rendiamo grazie per aver voluto glorificare Alfonso Maria Fusco, prendiamo più viva coscienza del fatto che questo suo dono costituisce anche un nuovo punto di partenza. Per questo invochiamo l’aiuto della Madonna Santissima e di sa Giovanni Battista, per essere in grado di corrispondere con rinnovata generosità al suo disegno. Egli, che ha scelto il Beato sacerdote Alfonso Maria Fusco per rivelare ai piccoli i misteri del Regno dei cieli (cfr Mt 11,25), non mancherà di continuare a sostenere con la sua Provvidenza l’opera da lui fondata.