voto I

Voti dei Consultori Teologi
Voto I

Il Venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Fusco nacque ad Angri, diocesi di Nocera Inferiore (Salerno) il 23 marzo 1839. I pii genitori gl’impartirono una buona formazione cristiana. Nel 1850 entrò in seminario con il proposito di dedicarsi poiall’assistenza dell’ infanzia povera e abbandonata. Ordinato Sacerdote (29 maggio 1863) impegnò tutte le sue energie nel ministero pastorale con particolare attenzione verso i giovani, ispirandosi al metodo di S. Giovanni Bosco con cui fu in contatto epistolare. Nonostante gli uffici svolti in Diocesi, ritenne sempre suo dovere primario l’ apostolato: predicazione, confessioni, promozione umana e cristiana dei fanciulli, missioni rurali. Per l’educazione e l’istruzione delle bambine orfane si valse della collaborazione di Maddalena Caputo e compagne, le quali nel 1878 dettero vita alla Congregazione delle Suore di S. Giovanni Battista, che egli assistette paternamente sino alla morte.
Concluse il suo pellegrinaggio terreno ad Angri il 6 febbraio 1910, dopo avere servito Dio e il prossimo per oltre 70 anni con instancabile zelo ed in stile tipicamente evangelico. Paolo VI ne proclamò l’eroicità delle virtù il 12 febbraio 1976 e per la sua beatificazione gli Attori hanno presentato al nostro esame l’asserita guarigione miracolosa del piccolo Gershom Chizuma avvenuta nel febbraio del 1998.

Fattispecie
Gershom Chizuma nacque il 19 maggio 1994 a Mumbwa nello Zambia da genitori sani. All’anamnesi remota presenta soltanto tosse e qualche episodio di malaria. All’età di 3 anni e 8 mesi, cioè a partire dal 18.1.98, ebbe attacchi febbrili riscontrati anche dall’infermiere del “Dispensario Chavuma”, dove ricevette le prime cure. Ma siccome le sue condizioni si aggravarono, il 21.1.98 fu ricoverato nel reparto pediatrico, zona riservata ai poveri, dell’ Ospedale Centrale di Kitwe. Il Medico curante Dr. Marsyano Jada Muludyang, basandosi anche sulle analisi del sangue, formulò la diagnosi di malaria cerebrale, del tipo peggiore “Falciparum”, con continue convulsioni di tipo epilettico e coma di terzo grado. La terapia messa in atto non apportò alcun giovamento all’infermo, anzi si aggiunse anche la bronco-polmonite con relative difficoltà respiratorie, setticemia ed ematemesi. Per cui i Medici, perduta ogni speranza di poterlo salvare, il 2 febbraio dissero alla madre del bambino che egli non sarebbe arrivato vivo al giorno seguente.
Dalla sera di quello stesso giorno però fu invocato il Servo di Dio Alfonso Maria Fusco, e la mattina del 3.2.98 Gershom era guarito!
Il fatto veramente straordinario fu subito accertato e confermato in pieno dai Medici curanti.

Le Prove
Le prove testimoniali e documentali, raccolte molto tempestivamente nel processo canonico che si svolse nella diocesi di Ndola dal 3 al 17 marzo 1999, sono ottime sotto tutti i punti di vista. Per cui, nonostante la mancanza dei testi ex officio, non c’è che da lodare la diligenza del Tribunale inquirente.

Il parere dei Medici
Conosciamo già il parere dei Medici curanti di Gershom Chizuma. Per quanto riguarda quello dei Periti ex officio, tanto il 1° Prof. F. De Rosa, quanto il 2° Dott. L. Tarani, nel loro voto rispettivamente del 30.9.99 e del 5.10.99, attenendosi puntualmente alle fonti processuali, arrivarono facilmente alla conclusione che per la guarigione del piccolo infermo non esiste una spiegazione scientifica. E anche la Consulta Medica, nella riunione del 20.10.99, riconobbe esatta la valutazione dei Medici curanti tanto circa l’estrema gravità del caso di “malaria cerebrale” a prognosi infausta, quanto rispetto alla inspiegabilità scientifica dell’improvvisa guarigione del Chizuma. Per cui la Consulta Medica alla unanimità rilasciò le seguenti definizioni conclusive:
<<Diagnosi: Malaria cerebrale infantile, con coma prolungato e stato di male epilettico, con polmonite e setticemia; con grave parassitemia malarica ematica, persistente nonostante le terapie mediche.
Prognosi: Estremamente riservata quoad valetudinem.
Terapia: Idonea e tempestiva, ma non efficace.
Modalità di guarigione: Repentina, completa e duratura; scientificamente inspiegabile il quoad modum>>.

Valutazione teologica
La sera del 2 febbraio 1998, Suor Livia Caserio, nata a Sant’Angelo Limosano (Campobasso), religiosa della Congregazione di S. Giovanni Battista, della “Casa del Fanciullo S.Martino” in Kitwe, visitando un suo orfano ricoverato vicino a Gershom Chizuma, si commosse davanti al gravissimo stato in cui versava il piccolo infermo e per il dolore della madre, alla quale i Medici avevano detto che egli non sarebbe arrivato vivo al giorno seguente.
A questo punto la Religiosa si sentì come ispirata a raccomandarlo alla intercessione del Fondatore. Andò a casa, prese un’immaginetta del S. di D., tornò presso il capezzale del bambino e pregò Alfonso Maria Fusco per la sua guarigione; quindi invitò la Sig.ra Martina Kodolo in Chizuma, madre dell’infermo, a fare altrettanto e pose la sacra immagine sotto il cuscino dell’ammalato. La sig.ra, essendo di religione “Avventista del Settimo Giorno” ostile ai cattolici, dapprima si mostrò sorpresa e titubante, poi però acconsentì e pregò con fede; altrettanto fece, ripetutamente, la nonna di Gershom. Quella stessa sera del 2.2.98 si unirono alle preghiere, per lo stesso scopo, anche alcune consorelle di Suor Livia.
Verso le 05 del mattino seguente, il 3.2.98, il bambino si riebbe dal coma, gettò via la maschera dell’ossigeno, e riconobbe sua madre. Verso le ore 7 Suor Livia lo trovò seduto sul letto e poco dopo il medico curante Dott. Jada Marsyano Muludyang constatò, con sua grande sorpresa, la scomparsa di tutti i sintomi patologici precedenti.
Tutti i controlli clinici, le analisi di laboratorio e gli esami strumentali a cui il sanato è stato sottoposto in seguito, hanno confermato il suo perfetto stato di salute. Ed è voce comune che si è trattato di un “miracolo” ottenuto per intercessione del Ven. S. di D. Alfonso Maria Fusco.

Conclusione
Indubbiamente, sommando tutti i dati in nostro possesso e cioè:
– le valutazioni espresse in casu, a suo tempo, dai Medici curanti, con preciso riscontro nella relativa documentazione scientifica,
– il responso dei Periti ex officio,
– le definizioni conclusive della Consulta Medica circa la inspiegabilità scientifica della guarigione,
– le testimonianze di quanti hanno affermato nel processo, sotto giuramento, di avere invocato soltanto il Ven. S. di D. Alfonso Maria Fusco, non si può non ammettere che tra i due fatti, ben provati, invocazione e guarigione, esista realmente un rapporto diretto come di causa ed effetto.
Quindi non si può neanche non riconoscere che nella suddetta guarigione si riscontrano, in modo chiaro e distinto, gli estremi dell’ evento soprannaturale saltem quoad modum, ossia del miracolo di III grado che, come tale, deve essere attribuito alla intercessione del Ven. S. di D. AIfonso Maria Fusco ad effectum de quo agitur. Pertanto, al dubbio proposto rispondo Affirmative.

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