voto V

Voti dei Consultori Teologi
Voto V

Gershom Chizuma nacque in Zambia il 19.5.1994 da Terence e Martina Kadolo. Lì 18 gennaio 1998, all’eta di circa quattro anni, si ammalò di febbre malarica. Al Dispensario di zona (Kamfinsa) gli venne praticata un’iniezione di Clorochina e rimandato a casa.
Sopraggiunte convulsioni e febbre alta, dopo due giorni fu portato all’Ospedale di Kitwe, a 25 km. da Kamfinsa, dove giunse il giorno 21 in gravissimo stato; il giorno dopo era in coma. La diagnosi, confermata dal Dr. Muludyang, fu “malaria cerebrale”.
Dopo ripetuti esami risultava che il 20 per cento del sangue del piccolo era infettato dal Plasmodium Falciparum (Summ., p. 9). Nonostante la terapia con iniezioni di Clorochina, Chinino, Fansidar e Halfan, le condizioni restavano gravi e anzi si aggiungevano anche complicazioni respiratorie (ivi).
Il 2 febbraio, essendo gli esami ancora positivi per malaria, venne comunicata alla madre del piccolo una prognosi infausta quoad vitam (Summ. p. 37). Umanamente non c’erano più speranze.
Lo stesso giorno Sr. Livia Caserio, religiosa della Congregazione di S. Giovanni Battista, si recava allo stesso Ospedale come al solito per visitare Abraham, un bambino del suo Orfanotrofio “San Martino”. Constatando il gravissimo stato di salute di Gershom, avvicinò la madre del piccolo e, nonostante costei fosse della religione degli “Avventisti del Settimo Giorno”, la convinse a pregare con fiducia.
Tornata a casa, Sr. Livia prese un immaginetta del suo Fondatore, il S. di D. Alfonso M. Fusco, e dopo aver recitato la preghiera insieme alla madre e alla nonna del bambino, la mise sotto il suo cuscino, assicurandole che già il giorno seguente il bambino sarebbe stato meglio. Quella sera, anche le altre consorelle, Sr. Mary e Sr. Margaret, pregarono per il bambino (Summ., p. 24).
La preghiera ottenne l’effetto desiderato, perche la mattina successiva, il giorno 3 febbraio, Gershom si risvegliò improvvisamente dal coma chiamando la mamma verso le 6 del mattino (Summ., p. 21). La febbre era scomparsa, così come anche la broncopolmonite; il bambino mangiò qualcosa, si mise seduto sul letto canterellando.
Fu dimesso dopo tre giorni di osservazione, durante i quali i medici e gli infermieri constatarono che tutti i valori erano tornati perfettamente normali e che il bambino stava benissimo. Nonostante dieci giorni di coma di terzo grado, non ebbe nessun reliquato neurologico: la sua ripresa fu immediata e completa (Summ., pp. 25-26). Alla visita di controllo del 18 agosto successivo non presentava problemi neurologici. Lo stesso constatarono i Periti ab inspectione il 4.3.1999.
Il Dr. Muludyang asserisce, per averne curati quasi un migliaio, che la totalità dei bambini colpiti da malaria muore per edema cerebrale nel volgere di quattro giorni; mentre quei pochi che riescono a sopravvivere rimangono segnati da gravi problemi neurologici, ciò che invece non è accaduto per Gershom Chizuma.

Osservazioni
Le prove dell’ asserito miracolo sono complete e convincenti, il quadro complessivo della vicenda è semplice e chiaro. A detta degli stessi Periti e della Consulta Medica la situazione clinica di Gershom Chizuma era gravissima; ne segue che l’improvvisa guarigione, completa, repentina e duratura, non appare scientificamente spiegabile.
Parimenti, l’invocazione del Servo di Dio Alfonso Fusco è ben attestata: a chiedere l’intercessione del S. di D. furono Sr. Livia Caserio e le sue consorelle, Giuseppina Zulu, impiegata presso l’Orfanotrofio delle Suore, la madre e la nonna del piccolo sanato. Da notare che la madre di Gershom, come s ‘è detto, è Avventista e inizialmente non volle invocare “l’uomo dell’immaginetta” (Summ., p. 20). La sua fede fu premiata.
In generale, non si può eccepire nulla sulla documentazione clinica, sulle deposizioni dei Testi (anche se va notata l’assenza dei Testi ex officio) e sulle relazioni allegate; brillano per semplicità e schiettezza di espressione. Tutti, sia medici che Testi non tecnici, riconoscono la preternaturalità del fatto e ne attribuiscono il merito al Ven. Alfonso M. Fusco.

Conclusione
Omnibus consideratis atque perpensis, ad dubium: an constet de miraculo in casu et ad effectum de quo agitur, respondeo: Affirmative.

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